Siracusa
Siracusa Città sul mare tra le più belle del Mediterraneo, ricca di storia e di monumenti, Siracusa esprime tutta la varietà e complessità dalla preistoria ai giorni nostri. In una posizione fortunata (una grande terrazza calcarea che si affaccia sulla sottostante linea costiera) e dotata di un magnifico porto naturale, la citta odierna è divisa tra una parte vecchia Ortigia, e una nuova di recente espansione. La citta vecchia, che insiste su un isolotto, mostra immediatamente il fascino di un luogo che ha visto succedersi e stratificarsi, in oltre tremila anni, espressioni importanti delle maggiori civiltà del Mediterraneo. Comunque capiti di percorrerla, secondo precisi itinerari o affidarsi al caso, s’incontra sempre il mare: il grande porto naturale con il suo stupendo tramonto, il mercato, gli odori per le strade, i menu di pesce dei ristoranti. E’ impossibile riassumere la ricchezza monumentale di Ortigia. Ogni cosa ad Ortigia riporta al mare ed è grazie a questo rapporto che la citta antica deve il suo fascino e la sua ricca storia. Visitare Ortigia, l’anima di Siracusa, è un esperienza piacevole ed insieme profonda: un lungo viaggi in appena un chilometro quadrato tra templi greci e chiese cristiane, palazzi svevi, aragonesi e barocchi, cortili, vicoli arabi, botteghe e grandi edifici pubblici. Si possono ammirare sulla piazza Pancali le suggestive rovine del tempio di Apollo. Proseguendo per Corso Matteotti si giunge a Piazza Archimede con al centro la fontana di Artemide e con il quattrocentesco bel Palazzo Lanza. Più avanti il gotico Palazzo Montalto, nella piazza omonima e, a sinistra della piazza, fino a raggiungere il mare i particolari quartieri medievali e quelli barocchi con chiese di notevole interesse come quelle di San Filippo, di San Pietro e di San Francesco. Si continua con la piazza del Duomo nella quale si affacciano le architetture barocche del Duomo, del Palazzo Arcivescovile, della chiesa di S. Lucia alla Badia, del Palazzo Beneventano del Bosco e del Palazzo del Municipio. Proseguendo in fondo alla piazza si trova la fonte Aretusa, che richiama al mito della ninfa Artemide che si trasformò in fonte per sfuggire all’amore di Alfeo e che venne raggiunta comunque da lui, trasformatosi a sua volta in fiume. L’estremità di Ortigia è occupata dal poderoso castello Maniace, splendido esempio dell’architettura del periodo svevo, edificato per volontà dell’imperatore Federico e prende il nome dal capitano bizantino Giorgio Maniace che nel 1038 conquistò Siracusa. La città greca si estende sulla terraferma e di grandissimo interesse è la visita del parco monumentale della Neapoli. L’area comprende l’anfiteatro Romano di età imperiale, opera di grandiosi proporzioni di forma ellittica scavato in gran parte nella roccia, e il Teatro Greco, il più grande monumento dell’architettura teatrale e della tecnica scenica dell’antichità greca che sia giunto fino a noi. Ad est del teatro si estende la Latomia del Paradiso, la prima delle colossali cave della profondità di 25-45 metri. All’interno delle latomie è presente l’Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale così chiamata dal pittore Caravaggio che la visitò nel 1586, per la sua caratteristica forma che va via via restringendosi ad arco proprio come l’interno di un orecchio. Siracusa offre ancora la Grotta dei Cordari, la Latomia dell’Intagliatella con le Catacombe di San Giovanni e, non ultimo, l’interessantissimo Museo Archeologico regionale Paolo Orsi. Un’attrazione di notevole importanza è il Santuario della Madonna delle Lacrime che attira ogni anno a Siracusa migliaia di fedeli.
Noto In una regione in cui abbondano olivi e mandorli, Noto è un piccolo gioiello barocco arroccato su un altopiano che domina la valle dell’Asinaro, coperta di agrumi. La sua bellezza, così armoniosa da sembrare una finzione, la scena di un teatro, nasce da un fatto tragico: il terremoto del 1693, che in questa parte di Sicilia portò distruzione morte, ma diede impulso alla ricostruzione. Prima di allora la città sorgeva a circa 10 km di distanza. Nel 1693 Giuseppe Lanza Duca di Camastra, nominato Vicario Generale per la ricostruzione della Val di Noto, stabilisce di costruire la città in altro sito. La nuova Noto settecentesca è l’espressione dell’ingegno e del lavoro di tante personalità che ad essa si dedicarono. Fra le espressioni della sua architettura maggiore annoveriamo la Cattedrale con la scalinata, San Domenico, Palazzo Nicolaci, Palazzo Ducezio. Importanti le tradizioni culturali e religiose di Noto. Da ricordare la Sagra della Primavera Barocca, la celebre “infiorata”, una particolare ricorrenza che vede, ogni anno, una delle strade più belle di Noto ricoperta di fiori che formano dei bellissimi disegni barocchi. I palazzi sono maestosi, tutti costruiti nella pietra calcarea locale, tenera e compatta, dal candore che il tempo ha colorato creando quella magnifica tinta dorata e rosata che la luce del tramonto accentua, questa ricostruzione, condotta dal Duca di Camastra, rappresentante a Noto del vicerè spagnolo, partecipano molti artisti siciliani, tra i quali Paolo Labisi, Vincenzo Sinatra e Rosario Gagliardi, che, influenzato da Borromini, è forse uno dei più inventivi. La città viene costruita come se fosse una scenografia, studiando e truccando le prospettiva in modo singolare, giocando con le linee e le curvature delle facciate, con le decorazioni delle mensole, i riccioli e le volute, i mascheroni, i putti, i balconi dai parapetti in ferro battuto che si piega in forme aggraziate e panciute.